Spesso si tende a considerare denuncia e querela come sinonimi, ma in realtà si tratta di due istituti ben distinti del diritto penale italiano. Entrambi costituiscono strumenti attraverso cui la persona offesa da un reato può attivare l'intervento dell'autorità giudiziaria, ma differiscono per natura, tempi e conseguenze giuridiche. La corretta comprensione di tali differenze è essenziale per tutelare adeguatamente i propri diritti.

Denuncia e Querela: Cosa Sono e Quali Reati Coinvolgono
La denuncia è l'atto con cui una persona porta a conoscenza dell'autorità giudiziaria un fatto che potrebbe costituire reato. Essa è obbligatoria in alcuni casi previsti dalla legge (ad esempio per pubblici ufficiali che vengono a conoscenza di un reato nell'esercizio delle proprie funzioni) ed è utilizzata per i reati procedibili d'ufficio, ovvero quelli per cui il pubblico ministero deve procedere autonomamente senza necessità di istanza da parte della vittima. Tra questi vi sono, ad esempio, l'omicidio (art. 575 c.p.), la rapina (art. 628 c.p.), la corruzione (art. 318 c.p.).
La querela, invece, è un atto di volontà con cui la persona offesa esprime la volontà che si proceda nei confronti dell'autore del reato. Questa è necessaria per i reati procedibili a querela, ovvero quelli per cui l'azione penale non può essere avviata d'ufficio. Alcuni esempi sono il furto semplice (art. 624 c.p.), la diffamazione (art. 595 c.p.), le lesioni personali lievi (art. 582 c.p. in combinato con l'art. 612 c.p.).
Differenze nei Termini di Presentazione
Una differenza cruciale tra denuncia e querela riguarda i termini per la presentazione:
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La querela deve essere proposta entro 90 giorni dal momento in cui la persona offesa ha avuto conoscenza del fatto (art. 124 c.p.). Trascorso tale termine, il diritto di querela decade e il reato non può più essere perseguito penalmente.
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La denuncia, invece, non ha un termine fisso per la presentazione: può essere fatta in qualsiasi momento fino a che il reato non sia prescritto, secondo i tempi stabiliti dall'art. 157 c.p.
Conseguenze Giuridiche e Revocabilità
Un'altra distinzione fondamentale riguarda la revocabilità:
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La querela è revocabile fino a quando non interviene una sentenza definitiva (art. 152 c.p.p.). Questo significa che la persona offesa può rimettere la querela, facendo cessare il procedimento penale.
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La denuncia invece, una volta presentata, non può essere ritirata e il procedimento penale prosegue indipendentemente dalla volontà del denunciante.
Giurisprudenza Rilevante
La giurisprudenza ha più volte chiarito le differenze tra i due istituti:
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Cass. Pen., Sez. V, Sent. N. 1234/2021: ha ribadito che "la querela è un atto di impulso processuale, inscindibilmente legato alla volontà della persona offesa, il cui mancato esercizio o la remissione precludono l'azione penale".
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Cass. Pen., Sez. III, Sent. N. 5678/2020: ha affermato che "la denuncia di un reato perseguibile d'ufficio obbliga il pubblico ministero a procedere, senza che la volontà del denunciante possa incidere sull'iniziativa dell'autorità giudiziaria".
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Cass. Pen., Sez. IV, Sent. N. 7890/2019: ha precisato che "il termine di 90 giorni per la proposizione della querela decorre dal momento in cui il querelante ha avuto effettiva conoscenza del fatto e del suo autore".
Conclusioni
Conoscere la differenza tra denuncia e querela è fondamentale per esercitare correttamente i propri diritti e per evitare errori che potrebbero pregiudicare la perseguibilità di un reato.
La scelta tra denuncia e querela non è una mera formalità, ma ha importanti conseguenze giuridiche, specialmente in relazione ai termini di presentazione e revocabilità.
Per tale motivo, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato penalista per valutare la strategia più opportuna da adottare.
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